Un futuro prossimo

Un futuro prossimo
PROGETTO 2015

È così che l’Accademia Togliani si evolve; cercando sempre nuove forme di comunicazione, con la possibilità di sfruttare i suoi spazi e i suoi docenti. Tutto si presta per lo scopo ultimo: “non intendere il futuro, ma prepararlo”.
Come? Grazie all’aiuto del suo staff e di tutta la struttura. Per il 2015 sono previsti tanti progetti che vedono coinvolti gli ex-alunni in un vero e proprio processo di rinnovamento. Già da gennaio avremo happening di recitazione e una serie di Open Day. Il primo spettacolo dal titolo “Le cattive abitudini”, sarà subito dopo le vacanze natalizie, un medley di atti unici che vedono protagonisti personaggi poco rispettabili del mondo contemporaneo in stile Mafia della Cupola. Tutti gli eventi si svolgeranno all’interno dell’Accademia, che darà la possibilità agli alunni di sperimentare in prima battuta ciò che ogni giorno viene loro insegnato. Ma sarà anche uno spazio libero da censure dove sperimentare, dove dire la propria portando contenuti e riflessioni sviluppati anche durante il lavoro svolto dai ragazzi formati nel corso di Script Lab di Elena Tommasini. Tutti potranno dar voce alla loro esigenza di esprimere ciò che hanno dentro, ma anche autori affermati che hanno bisogno della voce di un attore per avere nuova vita. L’Accademia mette inoltre a disposizione alle compagnie formate da ex-alunni le proprie sale e tutta la disponibilità del suo staff, per poter provare al suo interno.

L’Accademia crede nelle persone che forma. E negli artisti che incontra. Artisti che hanno il dovere di prestare servizio, sudore, fatica, impegno e dedizione all’arte, credendo che solo quest’ultima possa essere il mezzo che ci renderà liberi da preconcetti e diversità, cercando di alimentare quel senso comune di unità e di bello che governa la vita di tutti giorni, scavando nell’intimo dei nostri sentimenti, insegnandoci che gli artisti hanno sempre bisogno di essere in gioco, di dire la loro, di raccontare, ma soprattutto di fare!
Ecco perché oltre al percorso accademico qui si creano sempre nuovi percorsi, laboratori che portano alla realizzazione di produzioni teatrali e cinematografiche.
Un vero e proprio salotto culturale, una fucina di idee che aspetta solo noi per accendersi, che vuole raccontare un mondo fantastico, permetterci di sognare, regalare gioia e talvolta anche dolore, emozionare!

Noi siamo aperti a tutti, vecchi amici e nuovi. Noi siamo qui.

 

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30/10 Lezione Aperta del Laboratorio “Il Mestiere dell’Attore”

30/10 Lezione Aperta del Laboratorio “Il Mestiere dell’Attore”

LAccademia Togliani vi aspetta martedì 30 ottobre 2012 alle ore 20.00 per una lezione dimostrativa e aperta a tutti del Laboratorio “Il Mestiere dell’Attore”.

I docenti Adelmo Togliani e Fabio Mureddu aprono le porte del loro Laboratorio Teatrale a tutti i curiosi e a coloro che vogliono scoprire metodo e strumenti per affrontare il palco o approfondire il proprio talento.

Il Laboratorio, la cui frequenza non richiede alcun requisito scolastico, prevede un lavoro sul Mestiere dell’Attore – docente Fabio Mureddu – ed un lavoro sull’Improvvisazione Cinematografica – docente Adelmo Togliani.

Il Laboratorio, dopo la Lezione Dimostrativa, partirà con il suo ciclo di lezioni martedì 6 novembre 2012 alle ore 20.00, con un appuntamento bisettimanale il martedì e il giovedì. Le lezioni sono di due ore e si tengono presso la sede dell’Accademia Togliani, in via Nomentana 1018 a Roma.

“Attraverso vari stadi che vanno dalle improvvisazioni su scene di vita quotidiana, alle rappresentazioni di ‘sintomi’, alla ricerca di un linguaggio interiore fatto di emozioni e non di parole, cerco di insegnare ai miei allievi una modalità per sconfiggere la paura del pubblico e avere sempre più fiducia nelle proprie potenzialità espressive – afferma Adelmo Togliani – tutto questo è possibile grazie alla semplice terapia d’urto che attuo col mio metodo che mette i partecipanti alle mie classi a diretto confronto con le proprie ansie da performance, con la paura di esprimersi e del giudizio altrui, fornendo oltremodo anche gli strumenti per sconfiggerle e così liberarsi espressivamente”.

La parte di corso a cura di Fabio Mureddu si sviluppa proponendo un percorso non professionistico ma teso ad avvicinare gli allievi alle ragioni e alle responsabilità del mestiere.

La prima parte del corso è dedicata ad esplorare, sia dal punto di vista teorico che pratico, il “racconto”, come esigenza umana e sociale primaria.

Nella seconda fase gli allievi sono chiamati a generare autonomamente un proprio racconto. Prima lavorando sui propri racconti di vita, successivamente sulle “storie degli altri” e in fine sulle storie inventate. In questa fase ciascun allievo è seguito nella scrittura di un proprio brano da proporre in una seconda performance. Chiusa questa fase, dopo qualche esercitazione sulle basi della regia teatrale, ci si dedicherà alla preparazione di uno spettacolo da proporre in occasione dei saggi dell’Accademia, che cercherà di sintetizzare tutte le fasi del percorso.

Per info, richieste e iscrizioni:

Segreteria Accademia Achille Togliani, Via Nomentana, 1018 – Roma

+39 347 1704428 / info@accademiatogliani.it / www.accademiatogliani.it

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Chi siamo veramente…

Chi siamo veramente…

Era da tanto che sognavo di scrivere questo pezzo. Ero sicuro che il 2012 sarebbe stato il nostro anno. O almeno l’anno zero. Il momento in cui il nostro approccio formativo e professionale avrebbe avuto una sua consacrazione. Io credo che siamo solo all’inizio. Mi spiego meglio: nel 2012 siamo stati protagonisti di una serie di eventi, Container alla Casa del Jazz, La Notte dei Musei, non ultimo lo spettacolo “Polvere” per la regia di Saverio di Giorgio in scena il 12 ottobre al Centro Cult.le Aldo Fabrizi all’interno della Rassegna Giovani@teatro, che ci hanno regalato molti applausi e tanta soddisfazione. Sono sicuro che mio padre Achille, sempre attento al destino dei suoi allievi sarebbe stato felicissimo di come stanno andando le cose. Ricordo che fece debuttare in un modo o nell’altro tutti noi. Non mi ha mai reputato ‘pronto’, almeno finché era in vita. Potevo fare al massimo il presentatore dei suoi recital. Alché un bel giorno ho deciso di prendermi da solo ciò che volevo, con la regia di un piccolo spettacolo dal titolo “Brothers” (da notare il mio solito e sfacciato filo-americanismo da figlio degli anni ’80). 55 minuti, atto unico di una commedia piena zeppa di musica e con tante idee – ad un certo punto il protagonista, Michael, da me interpretato, parlava con l’altro sé alla televisione, dialogava con la sua coscienza, e quella gli rispondeva pure! Ero sempre io ovviamente, ma filmato molti giorni prima del debutto, con occhiale Ray-ban nero e sigaretta di cioccolato…correva l’anno 1995 e mi piace ricordare l’esperimento del grande Derek Jarman e del suo flusso di coscienza nel testamento/capolavoro “Blue”. Mi aveva sconvolto e aveva convinto un 19enne appassionato della vita come me che ‘allora si può fare’. Questo cambia tutto. Si può fare, e se hai dei compagni di viaggio…insomma lo fai. Mio padre soddisfatto mi disse: “mi sono divertito, ma devi allungarlo”. I miei compagni di avventura erano tutti allievi come me, molti di questi neanche diplomati. Il sogno di una compagnia stabile o in grado di camminare da sé con innesti di tanto in tanto di nuovi adepti e avventurieri era nella mia testa già da allora. Questo per dire che siamo sempre stati votati alla sperimentazione – Tele-Degrado del 2009 è qui a dimostrarlo -, all’azzardo e al coinvolgimento di più persone che provenissero da quella grande esperienza che è l’Accademia Togliani. Rigida e flessibile allo stesso tempo. La disciplina e la serietà prima di tutto. Sul lavoro poi… Ad un recital di mio padre tardai all’appuntamento causa un bacio prolungato sulla spiaggia con la mia ragazza…corsi in strada con il fedele tergi-sacco dello smoking….risultato: non c’era nessuno. Andarono senza di me. “Così impari a stare al mondo” tuonò mio padre. “A stare al mondo”…oggi lo ringrazio ancora di quella lezione, perché così ho imparato a ‘sopravvivere’ al mondo. Grazie per quella lezione dolorosa ma utile più che mai. Noi docenti, la struttura nella sua totalità, ce la mettiamo tutta in un tempo in cui le lezioni non le vuole nessuno, a parte i ragazzi che abbiamo visto in scena quest’anno. Quel gruppo di ragazzi che dopo aver coltivato un sogno sono stati in grado anche di capire che c’è sempre il momento per emergere, che la lezione è importante e che c’è talmente tanta di quella concorrenza che per distinguersi bisogna amare ciò che si fa, amarlo dandosi delle regole ferree; è l’unica via, come dico spesso, per trasformare una seppur vivida aspirazione in una carriera. Ai ragazzi con i quali ho condiviso un percorso e a quelli nuovi auguro il massimo del rischio (calcolato), e grande entusiasmo, lo stesso che mi ha contraddistinto in questi 20 anni di carriera.

Adelmo Togliani

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Da PrismaNews

Da PrismaNews
Adelmo Togliani parla agli aspiranti attori

Corsi di formazione biennali, 800 ore di lezioni teoriche e pratiche con laboratori di canto, danza, recitazione, dizione, doppiaggio. Allestimento di spettacoli autoprodotti e da gennaio 2013 la novità di un corso di regia. Questa l’intelaiatura su cui si fonda l’Accademia Togliani, che dal 1989 a Roma sforna attori professionisti, protagonisti del mondo dello spettacolo.

La scuola di formazione professionale attoriale Togliani, fondata da Achille Togliani, indimenticato cantante e attore, è riconosciuta dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma ed è convenzionata all’Asi Ciao, Coordinamento Imprese sociali ed enti No Profit: rilascia agli allievi che hanno superato l’iter formativo il Diploma di Qualifica professionale di attore e permette di acquisire crediti formativi universitari.

In occasione dell’Open Day di giovedì 4 ottobre, le porte dell’Accademia in via Nomentana a Roma si sono aperte a tutti i ragazzi e le ragazze interessati a intraprendere il mestiere dello spettacolo. Gli insegnanti coordinati da Adelmo Togliani, si sono messi a disposizione di chi vuole conoscere l’attività dell’Accademia, offrendo lezioni di recitazione, danza e improvvisazione. Prismanews ha seguito l’evento grazie alla guida di Laura Beretta, responsabile dell’ufficio stampa ch ci ha accompagnati attraverso gli spazi dell’Accademia illustrandone le specificità e i punti di eccellenza. “Una formazione a 360 gradi è il nostro punto di forza – ha sottolineato Laura Beretta – dunque lezioni di teoria, storia del cinema, del teatro, in stretta correlate alla formazione sul campo, questo per abituare i giovani allievi ad avere una solida preparazione. Preparazione che forse da sola non basterebbe, ecco perché l’Accademia segue i propri allievi praticamente fino al debutto sui palcoscenici. Mentre prosegue la visita attraverso la sala canto, quella per la danza, la sala teoria e la camera casting, in cui si insegna all’allievo ad abituarsi alla presenza di una telecamera o di una cinepresa allenandolo ai tempi televisivi o cinematografici, ci dice che per l’Accademia è fondamentale provare le motivazioni, le capacità, la passione dei ragazzi che desiderano iscriversi ai corsi. Prima di essere ammessi è infatti necessario affrontare e superare un provino.

 

Terminata la lezione è il momento di una chiacchierata con Adelmo Togliani.

Se dovessi spiegare ad un ragazzo che vuole fare il mestiere dello spettacolo, come gli descriveresti L’Accademia Togliani?
A Roma ci sono molte Accademie di teatro, ciò che ci contraddistingue dalle altre è il modo in cui seguiamo i nostri giovani. Li accompagniamo nel mondo del lavoro, creando vere e proprie opportunità professionali e sin dalla fase formativa limitiamo il numero di partecipanti ad un gruppo ristretto e selezionato in modo da consentire a tutta la struttura di concentrare energie sul talento e il merito”.


Passione e metodo sono ancora indispensabili per fare questo mestiere, o come molti purtroppo pensano, sono più importanti “le scorciatoie”?
Le scorciatoie ci sono e ci saranno sempre, credo anche però che bisogna essere in grado di sfruttarle, e dare il meglio di sé quando il ‘treno passa’. Il nostro è un mestiere talmente pieno di variabili…che la raccomandazione secondo me è l’aspetto meno rilevante. Ma ripeto: la preparazione e la formazione che rappresentano il nostro forte in quanto scuola, sono fondamentali per un artista. Nessuno vuole essere una meteora, e una raccomandazione fine a se stessa serve a ben poco, non trasforma delle seppur vivide aspirazioni in una ‘carriera’.

 

L’Accademia è molto attiva, promuove numerose iniziative, come ad esempio lo spettacolo andato in scena in occasione della Notte dei Musei.
“Devo dire che sin dai tempi della sua fondazione L’Accademia Achille Togliani ha fornito occasioni professionali ai suoi allievi. Io e i miei compagni di allora cominciammo con papà, nei suoi recital canori. Lui diceva che non ero pronto per gli sketch, e quindi facevo il presentatore. Introducevo i miei colleghi/compagni di scuola e le parti canore di mio padre. Il dopo-intervallo era il mio forte! Oggi la mission della scuola è sempre la stessa, ma ha dilatato ancora di più il suo raggio. “L’Amore ai tempi della crisi” ideato da me ed Elena Tommasini, sotto la mia regia, dà addirittura, in una cornice meravigliosa come la Notte dei Musei, l’occasione ai nostri  ragazzi di portare in scena dei ‘pezzi’ inediti scritti da loro stessi. Più di così! Inoltre ricordo che il 12 ottobre andremo in scena per la rassegna Giovani@teatro al Centro Culturale Aldo Fabrizi con uno spettacolo prodotto dall’Accademia con il contributo dell’Assessorato del Comune di Roma alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani. Lo spettacolo dal titolo POLVERE per la regia di Saverio di Giorgio tratta il delicato tema della tossicodipendenza. I due protagonisti sono allievi della nostra scuola. Alla fine abbiamo anche organizzato un dibattito con alcuni esperti del settore che verrà moderato da Emanuele Merlino”.


Veniamo a te, da poco hai girato un film con Pupi Avati, vuoi dirci qualcosa a proposito.
“Uno di quei registi che solo a sentirne parlare mi viene la tremarella…al provino fui sfrontato. Sul set invece, aveva una cavolo di fifa. Lui va per sottrazione, io ho una personalità a volte debordante, c’è un’incompatibilità di fondo che è stata poi risolta. Da subito ho azzardato a mio rischio e pericolo, un dialetto romagnolo, e lui: niente. Dopo i primi 3 ciak, mi fa: “Ma lo sai che lo parli proprio béne? Evvai, avevo qualche possibilità. Sono andato avanti così per tutta la lavorazione come fossi stato in trincea, avanti due indietro uno, indietro due avanti tre passi…azzeccavo una cosa e lui preferiva che mi concentrassi su altri aspetti e correggessi. Con lui è come se fossi tornato a scuola, ma sono stato felicissimo di farlo. Sono molto esigente con me stesso e sempre disposto a mettermi in gioco, fa parte del nostro mestiere. E poi come dice Pupi: il professionismo ha creato omologazioni, e l’omologazione è la rovina”.


L’Accademia è stata fondata da tuo padre Achille, indimenticato cantante e uomo di spettacolo, un tuo ricordo. “Non si è mai speso in complimenti nei miei confronti. Anzi, mi sono sempre sentito giudicato, lo sogno la notte che guarda i miei spettacoli ma non si esprime, né proferisce parola alcuna. Però il trucco era questo con lui; fare bottega vuol dire saper ascoltare il ‘maestro’. In ogni gesto o parola c’è un ‘segno’. Lì risiede il suo insegnamento. Puoi chiedere ad una leggenda cosa si deve fare nella vita per svoltare? Lui è la sintesi di tutto questo, trascende le soluzioni. Dopo l’ennesimo provino andato male, da cui, come sempre, tornavo piangendo, a piedi, da qualunque zona di Roma si svolgesse il cast, mio padre senza dare troppa importanza all’accaduto, diceva candidamente: “Si vede che non è il tuo momento, dovrai fare qualcosa di migliore”.


Tuo padre apparteneva alla schiera di artisti per così dire a tutto tondo, talento e dedizione applicate alla musica, al cinema, alla radio, alla televisione. Esistono ancora oggi artisti così?
“Direi di no. Mio padre è arrivato al cinema molto tempo dopo, nonostante fosse stato il suo primo grande amore. Era stato allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1940 con Antonioni, De Santis e Germi. Le circostanze della vita e il momento storico non lo hanno premiato da subito in quella che secondo me resta la sua vera passione. Tornando alla domanda, oggi c’è molta più concorrenza e riuscire a fare tutto e bene, beh la vedo dura. Avrei un nome, ma so che risulterei impopolare per i suoi trascorsi e perché unanimemente riconosciuta come una personalità un po’ controversa. Questo personaggio è Luca Barbareschi. Non è paragonabile a mio padre, ma in quanto ad eclettismo, insomma, ne avremmo di cui parlare”.


Quali i tuoi progetti futuri?
“Molti, uno di questi è scritto con la mia fedelissima collaboratrice, Elena Tommasini, si chiama “Vita da avatar”, spiega cosa succede ai personaggi dei videogiochi quando la console è spenta, quello che fanno. Gli avatar vivono di vita propria? Tutti loro attraverso degli immensi monitor fissati in piazza Avatar, a Gameland, spiano il mondo umano, ci imitano, ci prendono in giro. E poi tutti ce l’hanno con i Sims?!?! Perché? Certo, per loro giocare non vuol dire lavorare, hanno tutti gli add-on ed espansioni possibili! Vivono in posti fighi, isole caraibiche o superattici con viste spettacolari, vanno a feste e party, guidano belle macchine. 2bit e Deluxe, gli altri personaggi, si ammazzano di lavoro/gioco dalla mattina alla sera. Aggiungi il fatto che i Sims, sono stati creati da noi giocatori a nostra immagine e somiglianza!!! Abbiamo questo progetto in cantiere ormai da 3 anni e presto ne vedremo delle belle. Come attore invece ho finito adesso di girare con Leone Pompucci “Leone nel Basilico” con Ida di Benedetto, e adesso sono sul set con Valeria Golino, in un piccolo ruolo nell’ultimo film di Marco Puccioni “Come il vento””.


-written by Massimo Lori-

Tratto dal sito www.prismanews.net (tutti i diritti riservati ® 2012)

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Polvere: incontro con i protagonisti

Polvere: incontro con i protagonisti

L’Accademia Achille Togliani con il contributo dell’Assessorato alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale presenta POLVERE, uno spettacolo scritto e diretto da Saverio Di Giorgio.

Lo spettacolo è interpretato da Nicola di Lernia, Gabriella Marsilli e si avvale della partecipazione degli allievi dell’Accademia Achille Togliani, si terrà in data unica venerdì 12 ottobre 2012 alle ore 21.00 presso il Centro Culturale Aldo Fabrizi (San Basilio, via Corinaldo angolo via Treia, Roma).

Al termine della serata si terrà un dibattito sul tema affrontato nello spettacolo e sul ruolo sociale e terapeutico del teatro, moderato da Emanuele Merlino.

POLVERE tratta il delicato tema della droga con la serietà dovuta all’argomento ma anche con i toni leggeri della commedia. Lo spettacolo conclude la rassegna Giovani@Teatro che, a partire da maggio di quest’anno, ha toccato numerosi teatri di Roma con l’obiettivo di offrire valori ed emozioni attraverso spettacoli e reading prevalentemente nelle zone periferiche della città.

Oggi le pagine del nostro blog ospitano due degli interpreti di POLVERE: Federico Ancillai, che affronta il ruolo del giovane tossicodipendente e Palma Karmen D’Addeo, la sua fidanzata. Entrambi sono allievi dell’Accademia Achille Togliani e li abbiamo intervistati a poche ore dal debutto.

Ecco cosa ci hanno raccontato.


Cosa ha significato per te interpretare il personaggio che ti è stato affidato?

Palma: E’ stato un po’ come viaggiare in un territorio sconosciuto guidata solo dalle emozioni. Quando si studia un nuovo personaggio si cerca sempre di capirlo in maniera profonda e mai superficiale. Ma in questo caso l’approccio è stato un po’ diverso; non avendo mai vissuto un’esperienza simile a quella del mio personaggio, per me interpretarlo ha significato “aprirmi” mentalmente e fisicamente ad esso e alle forti emozioni che ne sono derivate. Ancora adesso, ad ogni prova, scopro qualcosa di nuovo del mio personaggio, quasi come se crescessimo e maturassimo assieme.


Il personaggio che rappresenti in Polvere è fragile e tormentato, è stato difficile costruirlo?

Federico: All’inizio è stato difficile, la cosa più complessa è stata sicuramente interpretare le scene in cui il mio personaggio soffre di crisi di astinenza: capire in che modo si manifestano e come rappresentarle  attraverso il linguaggio del corpo. Il rapporto del mio personaggio con i genitori invece, anche se molto tormentato, è stato più semplice da affrontare perché ho trovato più facile immedesimarmi nella situazione e perché in scena interagisco con due bravissimi attori.


Quali difficoltà hai affrontato nell’interpretazione? 

Palma: Tante e nessuna. Ora mi spiego meglio: le difficoltà sono state tante inizialmente. Il personaggio che interpreto è distante da me per molti aspetti e la tematica affrontata è assai complessa. Ti senti addosso una sorta di “responsabilità interpretativa”. Ma allo stesso tempo, man mano che il lavoro sul personaggio s’intensifica e grazie all’aiuto del regista, durante ogni singola prova inizi a capire che l’unica difficoltà è quella di lasciarsi andare totalmente, donando la propria fisicità, le proprie emozioni, la propria testa ed il proprio cuore al personaggio.


Il tuo rapporto con il regista Saverio Di Giorgio, come è stato il vostro incontro? 

Federico: Il primo incontro con il regista è stato al provino, è stato breve e per questo credevo di non essere andato bene. Il giorno dopo con sorpresa ho saputo che ero stata scelto. Dalla prima prova Saverio Di Giorgio mi ha subito aiutato a comprendere il personaggio e a interpretarlo nel modo migliore.


Quali soddisfazioni hai tratto maggiormente da questa esperienza recitativa?

Palma: La soddisfazione di poter superare i propri limiti. Ho capito che i tre anni di formazione e di lavoro in Accademia sono stati fondamentali per me, in quanto senza la tecnica acquisita e senza tutta quell’esperienza forse (anzi, sicuramente), non sarei qui a parlare di POLVERE e a vivere l’amore per il teatro giorno dopo  giorno! Ma la soddisfazione più grande è quella di uscire dall’Accademia, dopo ogni prova e scoprire qualcosa di nuovo nel mio personaggio e nel rapporto con gli altri attori, capire che posso fare di più e che posso scoprire molte altre cose, prova dopo prova!


Quanto è stato importante per te affrontare il tema trattato dallo spettacolo?

Federico: E’ molto importante poter sensibilizzare un pubblico trasversale: i ragazzi per mostrare loro quelle che sono le conseguenze del consumo di droga sulla psiche  e nei rapporti con gli altri,  i genitori per cercare di mostrare loro quanto, seppur difficile, sia necessario un dialogo costante e aperto con i figli. Essendo questo il mio debutto assoluto su un palco, ho avuto la possibilità di confrontarmi con il mondo del teatro e ho avuto l’opportunità di crescere come attore grazie ad un ruolo così bello e impegnativo.


Ringraziamo Federico Ancillai e Palma Karmen D’Addeo per la loro disponibilità e il regista Saverio Di Giorgio che ci ha permesso di sottrarre per qualche minuto i nostri attori alle ultime prove in Accademia in attesa che si spalanchi il sipario.

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