09/11 Ho fatto una barca di soldi

09/11 Ho fatto una barca di soldi
DARIO ACOCELLA AL FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA

Oggi abbiamo incontrato per voi un grande amico, Dario Acocella, regista e sceneggiatore televisivo (ndr e non solo), e gli abbiamo rivolto alcune domande a proposito del suo film-documentario dal titolo Ho fatto una barca di soldi, presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Roma (8-17 novembre 2013) all’interno della sezione Prospettive Doc Italia.

Il film conduce lo spettatore in un viaggio intorno all’artista Fausto Delle Chiaie, che esprime quotidianamente la propria esigenza artistica in mezzo alla strada. Un viaggio fino a Piazza Augusto Imperatore a Roma, dove Fausto da più di quarant’anni espone la propria arte, così lontano dai luoghi espositivi tradizionali ma così vicino alla gente che in quei luoghi difficilmente entrerebbe.

Il film prende il nome proprio da un’opera di Fausto: una piccola barca realizzata in plastilina e riempita con pochi spiccioli. Il racconto si snoda con una poesia unica, attraverso lo sguardo mai invasivo del regista, che ha saputo indagare con  estrema naturalezza la figura di questo artista restituendocene un’immagine vera, un ritratto senza filtri.

 

“Ho fatto una barca di soldi” racconta una giornata con Fausto Delle Chiaie, quasi in punta di piedi. Quali sono gli aspetti della sua arte e del suo vissuto su cui hai voluto particolarmente soffermarti?

  La cosa di cui avevo dannatamente bisogno era conoscere Fausto a fondo, nella sua sfera più privata ed intima, conoscere l’uomo per cercare di cogliere l’artista, il processo creativo e la spontaneità che lo muove verso la realizzazione delle sue opere. Ho voluto soffermarmi sul significato dell’essere artisti, fino in fondo, nel vivere una condizione fuori dal recinto dell’accademia, piuttosto all’interno della creatività e della fantasia che contraddistingue ogni essere umano.

 

Questo è un film documentario, quali sono i pregi e i difetti dal punto di vista registico nell’affrontare questo genere filmico?

 Il documentario ha dei pregi incredibili, ti da la possibilità di cogliere la verità di certi momenti in presa diretta, senza la costruzione o la ricreazione di certe situazioni che spesso sanno di artificiale. I problemi sono i medesimi…a volte perdere l’attimo può voler dire aver buttato una giornata di lavoro!

 

Con quali tecniche hai realizzato il film, quali strumenti hai preferito e perché?

 Inizialmente ci eravamo comunque prefissati di lavorare con una macchina da presa spesso utilizzata per il cinema…ma poi, fatti test sul luogo, ci siamo resi conto dell’enorme difficoltà che queste macchine hanno nel lavorare a bassissimi diaframmi. Inoltre sono molto pesanti e spesso l’operatore, costretto a lunghe sequenze di minuti interi, rischia di finire schiacciato sotto la scarsa praticità di questi mezzi. Ho optato infine per le dslr, macchine compatte, comode, con un ottima interpretazione del segnale digitale in assenza di luce, e con un unico difetto: la messa a fuoco. È bastato chiamare un bravo assistente operatore e il problema è stato risolto. 

 

Il film parla di ricerca espressiva e di creazione artistica quale fonte di appagamento personale. Nel tuo caso, quando l’arte cinematografica diventa fonte di appagamento?

 Per quanto possa sembrare assurda la mia affermazione che seguirà, visto il genere a cui mi sono riferito in questo film, posso dire che il cinema diventa appagamento quando vive di immagini create, immaginate, evocate; e non quando si limita a fotografare la realtà di certe situazioni in maniera fredda, razionale e statica. E’ vero che un primo piano è sempre un primo piano, ma credo che ci siano mille modi per interpretare questa affermazione, e quando si sceglie una porzione precisa di mondo da raccontare imprigionandola nel fotogramma, si deve avere un rapporto diretto con la propria sfera creativa e con il proprio immaginifico, solo allora si può stare certi di essere sulla giusta strada.

Ringraziamo Dario per la sua disponibilità e simpatia, con la speranza di averlo nuovamente nostro ospite a parlare dei suoi progetti futuri…

 

La pellicola “Ho fatto una barca di soldi” sarà proiettata in anteprima mondiale sabato 9 novembre 2013 alle ore 20.00 al Museo MAXXi (Via Guido Reni 4/A, Roma), il giorno successivo è attesa una seconda proiezione alle ore 14.30, sempre al Museo MAXXI. 

 

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